Il marchio “Made in Italy” costituisce ancora una determinante chiave dell’export italiano. Restringendo l’analisi al settore Food, secondo i dati Istat, nel 2016 le vendite estere di prodotti alimentari italiani hanno raggiunto i 38 miliardi di euro, registrando una crescita del 4,1% rispetto all’anno precedente. Tra i paesi che si rivolgono maggiormente al Made in Italy svetta al primo posto la Germania che nel 2016 ha registrato una spesa di 4.643,1 milioni di euro, in crescita del 2,5% rispetto al 2015. Seguono USA e Francia.
Quali sono i principali prodotti esportati?
Stando ai dati Istat, i principali prodotti Food italiani esportati sono stati i Vini (6.029,7 milioni di euro) con un incremento del 20,1% rispetto al 2015, seguiti dal settore dolciario. Gli Oli si posizionano al settimo posto con entrate pari a 2.138,9 milioni di euro.
L’importanza delle indicazioni geografiche
Un ruolo chiave nel Made in Italy è giocato anche dalle indicazioni geografiche che apportano un valore all’export di 7,8 miliardi di euro, pari al 21% delle esportazioni del settore alimentare. Secondo l’ISMEA, l’Italia è leader mondiale per le indicazioni DOP e IGP, presentandosi sul mercato con un portfolio di be 814 prodotti Food & Wine certificati. Il numero cresce del 2,6% su base annua e ha un peso del 10% sul fatturato totale dell’industria agroalimentare nazionale. Ad oggi la rete di DOP e IGP in Italia ingloba 247 consorzi di tutela riconosciuti e oltre 162 mila sono gli interventi annui previsti dagli organismi di controllo pubblici a dimostrazione della qualità del prodotto.
Le prospettive future del Made in Italy
L’Istat prevede per il 2017 una crescita del 5% per il Made in Italy nel settore agroalimentare. Sarebbe interessante, in futuro, valutare quali potrebbero essere le evoluzioni naturali nelle vendite del Food Made in Italy a seguito dei cambiamenti negli stili di vita alimentari, quali ad esempio la corsa al biologico e la propensione alla diete vegetariane.