Giá da prima della tragedia del Rana Plaza in Bangladesh, dove hanno perso la vita migliaia di operai che non lavoravano a norma, la richiesta della moda italiana garantita „Made in Italy“ era in una fase di rinvigorimento e ricominciava a prendere piede nel mercato tedesco.
La moda Made in Italy aveva perso il suo richiamo negli ultimi anni a causa della produzione a basso costo possibile in tanti paesi non europei. Accanto ad essa l’offerta dell’Italia stessa „Made in Italy“ di alcuni distretti produttivi italiani low cost, non aiutava e non aiuta tuttora i produttori italiani che producono prodotti di qualitá.
Ma negli ultimi anni sono state tante le aziende tedesche che hanno affidato complete collezioni ai produttori italiani. Anche il Fast Fashion, il „Pronto Moda“, ha un notevole richiamo per via della qualitá dei capi e dei tempi di spedizione dall’Italia, sicuramente piú veloci di quelli offerti dalla Turchia per esempio.
Ora che Atiqul Islam, presidente dell’Associazione dei produttori e esportatori di abbigliamento del Bangladesh (Bgmea) in una conferenza stampa a Dacca ha annunciato la chiusura di 200 fabbriche tessili, sicuramente lo scenario della moda europea modificherá sicuramente ulteriormente il proprio assetto.
Per i produttori italiani di moda dunque, potrebbe essere un nuovo momento favorevole per farsi conoscere in Germania.
Di cosa bisogna tener conto per presentarsi nel mercato tedesco?
Di fondamentale importanza per i produttori di moda italiani é tener conto delle differenze culturali del modo di vestire di questo paese.
Per esempio nel campo dell’abbigliamento donna, bisogna tenere presente che la donna tedesca é una donna che veste giovane, comoda. L’eleganza non é il suo forte. Preferisce abiti che siano vestibili, pratici e colorati. Mentre la donna italiana tende a colori scuri, per la donna tedesca é importante vestire colorata (legato molto probabilmente alla mancanza di sole). Il troppo „femminile“ non é richiesto in Germania o comunque se anche lo é, non é sicuramente il canale della donna che veste da tutti i giorni.
Per l’uomo vale lo stesso discorso per quanto riguarda la comoditá e la praticitá dei capi, ma non per i colori.
Da non sottovalutare l’aspetto linguistico. La moda si sa, é fatta di dettagli. E soprattutto prima di andare in produzione c’é bisogno di un buon feeling anche linguistico che supporti l’intero iter pre- e post produzione. L’inglese va bene se entrambi le parti parlano inglese, altrimenti bisogna avvalersi della collaborazione di personale che parli tedesco.