I dati sulla bilancia commerciale tedesca hanno evidenziato importanti cambiamenti nella composizione dei Paesi esportatori di vino in Germania. Lo Statistisches Bundesamt, l’ente statistico nazionale tedesco, fornisce i dati relativi all’importazione di vino in termini di valore (Euro) e in termini di peso (tonnellate) per il periodo 2008-2010. Nel periodo di tempo considerato, le importazioni di vino sono rimaste pressocchè invariate e si sono attestate intorno ad un valore di circa 2 miliardi di euro. Nel 2010, l’Italia è stato il principale Paese esportatore di vino in Germania con un’esportazione di vino pari a 730 milioni di euro ( circa il 36% del totale), davanti a Francia e Spagna, che costituisono rispettivamente il 29% ed il 12% delle importazioni totale. Nel 2010, i tre principali partner commerciali hanno costituito circa il 77% delle importazioni di vino tedesche. Sicuramente la Germania rappresenta un mercato ideale per i produttori di vino italiani, ma bisogna considerare un calo della quota delle importazioni pari al 5% in soli due anni. Nel periodo 2008-2010, Italia, Francia e Spagna sono passati dal 86% al 77% delle importazioni di vino verso la Germania. Il calo è stato causato dall’espansioni di Paesi emergenti nella produzione e commercializzazione di vino, come Cile, Sudafrica e Stati Uniti.
Infatti in appena due anni le importazioni tedesche di vino austriaco, statunitense e portoghese sono quasi raddoppiate. Anche Paesi come Sudafrica e Cile hanno visto comunque crescere la quota di mercato in Germania.
I dati non sono da interpretare in chiave esclusivamente negativa, ma forniscono alcune importanti indicazioni per i produttori italiani. Infatti, le esportazioni di vino italiano verso la Germania si stanno orientando verso la vendita di vini di qualità sempre superiore. Dal 2009 al 2010 le esportazioni di vino italiano verso il mercato tedesco hanno avuto una flessione pari a circa 30 milioni di euro (-4%) in termini di valore, mentre hanno subito un calo pari a più di 800 tonnellate (-38%) in termini di peso. Il dato è interpretabile come un’affermazione delle etichette di vino italiane di fascia medio-alta. I vini italiani più economici, invece, hanno perso considerevoli quote a causa dell’ingresso di nuovi produttori statunitensi, cileni, portoghesi, sudafricani ed austriaci.
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